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Barbie in edizione limitata: la metro di Mosca celebra le macchiniste

Barbie in edizione limitata: la metro di Mosca celebra le macchiniste

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Barbie in edizione limitata: la metro di Mosca celebra le macchiniste

Alle donne russe, fino a qualche mese fa, non era consentito guidare i treni a causa di una legge che dagli inizi degli anni ’80 proibiva di accedere a professioni ritenute pericolose per loro (come guidare treni, camion, imbarcazioni ma anche svolgere lavori come quello di meccanico o paracadutista). Dopo una modifica normativa risalente a settembre 2020, le donne in Russia hanno potuto riprendere a svolgere lavori per decenni svolti solo da uomini. Con una Barbie in edizione limitata la metro di Mosca ha deciso così di celebrare le prime donne russe nella storia contemporanea a cui è permesso guidare treni, sfruttando l’iniziativa per evidenziare l’importante traguardo raggiunto.
Con una barbie in edizione limitata la metro di mosca celebra uno storico traguardo
Dopo questa importante modifica normativa, il 3 gennaio 2021 la metropolitana di Mosca ha annunciato l’assunzione di dodici nuove dipendenti: «la prima generazione di macchiniste donne» a guidare i treni della linea 4 (“Filyovskaya”), come si può leggere in un tweet dell’azienda di trasporti.

Сегодня поезда «Филевской» линии повели первое поколение женщин-машинистов! pic.twitter.com/64If1rGvNs
— Московский транспорт (@DtRoad) January 3, 2021

Con una Barbie in edizione limitata la metro di Mosca ha così scelto di rendere omaggio alle donne commissionando la creazione di una versione speciale della bambola di casa Mattel che indossa l’uniforme da lavoro delle macchiniste. L’azienda ha anche annunciato il rilascio di un’edizione speciale di biglietti utilizzabili per i trasporti (“Troika card”) che, al posto dell’immagine dei tre cavalli solitamente presenti sulla scheda, presenteranno delle immagini di Barbie vestita con indumenti relativi a differenti professioni (chef, dottoressa o astronauta per esempio).
Fonte: Metropolitana di Mosca
Inoltre, come riportato nel comunicato di lancio presente sul sito della metropolitana di Mosca, nella stazione di Vorobyovy Gory ci sarà una mostra sulla collezione di Barbie dedicata a mestieri diversi, per due mesi.
Sul packaging dell’edizione firmata dall’azienda di trasporti è possibile leggere il claim “Tu puoi essere qualunque cosa voglia“, una frase che intende sottolineare l’importante progresso in termini di aumento delle opportunità per le donne russe nel mercato del lavoro e che si ricollega anche a una strategia più ampia, da parte di Barbie, che mira ad allargare gli orizzonti delle bambine, ricordando loro che «non ci sono dei sogni impossibili», come si può ascoltare in una canzone scelta per un video di Barbie pubblicato a ottobre 2020 che riporta lo stesso claim presente sui packaging della nuova bambola.

Le donne possono davvero essere qualunque cosa desiderino? se il claim di barbie ripreso dalla metro di mosca stona
Con la decisione di lanciare una Barbie in edizione limitata la metro di Mosca sembra aver sposato la strategia comunicativa del brand di bambole che soprattutto negli ultimi anni ha puntato molto sul concetto di empowerment femminile, creando un gran numero di bambole con vestiti e accessori rappresentativi di professioni diverse e di edizioni speciali pensate per rendere omaggio a diverse donne che hanno segnato la storia o che comunque hanno un ruolo di rilievo nella società.

Potrebbe sembrare, però, leggermente paradossale la scelta di puntare su un claim come quello menzionato in un paese in cui il gender gap è molto marcato e diverse restrizioni politiche tendono a limitare notevolmente la libertà dei cittadini. Partendo dal tema della disuguaglianza di genere, non mancano le voci che sottolineano che, nonostante la modifica normativa, tra le 456 professioni che fino allo scorso anno venivano svolte esclusivamente da uomini in Russia ce ne sono ancora cento che le donne non possono svolgere. Sorge spontaneo, così, ironizzare sulla scelta del claim poiché, almeno stando al mondo del lavoro, le donne ancora non possono essere qualunque cosa vogliano.
A pronunciarsi sulla notizia è stata per esempio Clara Ferreira Marques, collaboratrice di Bloomberg, in un articolo dal titolo “Le donne russe possono fare tutto. Fateglielo fare“: «Ho pensato che la Barbie della metro di Mosca fosse una metafora così eloquente dell’eclatante gender gap presente in Russia, che ho scritto sul tema».

I thought Moscow Metro Barbie was such an eloquent metaphor for the yawning gender gap in Russia, that I wrote about it. Here’s my piece for @bopinion on why tackling domestic violence and freeing up *all* jobs should be next on the agenda? https://t.co/Sqf0MkA9Zu via @bopinion
— ClaraFerreiraMarques (@ClaraDFMarques) January 11, 2021

Nell’articolo di Bloomberg, oltre a sottolineare la necessità di estendere l’accesso a ogni professione alle donne la giornalista pone enfasi sul notevole divario salariale in Russia tra uomini e donne (uno dei più alti tra le economie a reddito medio-alto), ma anche sul bisogno di aumentare la scarsa rappresentatività delle donne in politica e su diversi fattori che indicano che la strada da percorrere per offrire alle donne russe uguaglianza di opportunità è ancora lunga.
Fonte: International Labour Organization Global Wage Report 2018/2019
La scelta comunicativa della metropolitana di Mosca stona ancor di più se si pensa alla connotazione alquanto negativa – promossa dal governo – che il giocatolo di casa Mattel ha avuto in Russia per diversi anni. Infatti, in un articolo pubblicato da The Guardian si può evincere che nel 2002 Barbie è stata inserita dal ministro dell’Educazione in una lista di giocatoli ritenuti pericolosi, tra cui figuravano anche i Pokémon, «per i presunti effetti nocivi che possono avere sulla mente dei bambini piccoli». Barbie nello specifico, come si evince dall’articolo, sarebbe sotto accusa in Russia per la possibilità di «risvegliare degli impulsi sessuali nelle menti dei più giovani e di incoraggiare il consumismo tra i bambini russi»: a questo proposito il presidente Vladimir Putin, secondo la testata citata, avrebbe anche affermato che «le oltraggiose curve della bambola corrompono la mente dei bambini».

Nonostante alcune polemiche, il giocattolo è stato comunque venduto in Russia, venendo sfruttato persino come influencer per comunicare dei messaggi importanti al pubblico più giovane. Anche se l’idea è quella di comunicare un effettivo passo in avanti per le donne russe (e un reale aumento delle loro opportunità all’interno della società) e anche se il gender gap è un problema che riguarda tanti altri paesi, Italia compresa, la scelta del claim potrebbe sembrare un po’ eccessiva, soprattutto se si pensa ai lavori che le donne in Russia ancora non possono svolgere.

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