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ROE: cos’è, come si calcola e come va interpretato

ROE: cos'è, come si calcola e come va interpretato

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ROE: cos’è, come si calcola e come va interpretato

Roe: cos’È Il return on equity (ROE), tradotto come indice di redditività del capitale proprio, è l’indice che esprime in massima sintesi l’economicità dell’impresa. Misura la redditività netta dell’impresa, fornendo utili indicazioni sulla situazione dell’equilibrio economico-finanziario complessivo. Consente dunque di valutare come il management abbia gestito i mezzi propri per aumentare gli utili aziendali. Può anche essere descritto come la redditività netta attesa dai conferenti capitale di rischio, ovvero il rendimento percentuale annuo per gli azionisti, come conseguenza del loro investimento nel capitale di rischio dell’impresa. Il ROE rientra tra gli indicatori di redditività, ossia indicatori finalizzati alla valutazione dell’equilibrio economico aziendale e alla misurazione della capacità dell’azienda di produrre reddito, ovvero di generare risorse. Consente di effettuare confronti tra la redditività del capitale netto di imprese diverse, ma anche di fare confronti storici sull’evoluzione del patrimonio netto nell’ambito della stessa azienda, valutando dunque l’evoluzione dei risultati aziendali nel tempo. Il ROE è in relazione con il roi , in quanto si tratta di indici che esprimono due lati della stessa medaglia, due diversi concetti di redditività. (D. Hillier, S.A. Ross, R.W. Westerfield, J.F. Jaffe, B. Jordan, “Corporate finance“, McGraw-Hill, 2013, ed. it. S. Frova (a cura di)). Tra i due però vi sono delle differenze. Il ROI esprime infatti la redditività del capitale investito in azienda, offrendo un’indicazione più generica relativa all’andamento operativo nel suo complesso. Il ROE misura invece, come sottolineato, la redditività del capitale netto, fornendo quindi un’indicazione specifica per gli azionisti della società. Come calcolare e interpretare il roe La redditività del capitale proprio (ROE) è espressa dal rapporto tra il reddito netto (RN) e il capitale netto (CN). Il reddito netto corrisponde alla variazione che il capitale proprio subisce per effetto della gestione.La formula per il calcolo del ROE è la seguente: Formula per il calcolo del ROE Il reddito netto (RN) è ricavabile da qualunque prospetto riclassificato di conto economico o stato patrimoniale, mentre il capitale netto (CN) è ottenibile da qualsiasi stato patrimoniale riclassificato. Tale rapporto indica il rendimento del capitale netto, ovvero l’incremento potenziale di capitale netto nel periodo, cioè prima dell’eventuale redistribuzione di parte del reddito sotto forma di dividendi. L’effetto delle forze competitive in un mercato determina la convergenza del ROE di ciascuna azienda verso il valore medio di mercato, compreso tra il 10% e il 14%, in un arco temporale di 5-10 anni. Quando il ROE è superiore al livello medio, il settore attrae investimenti; quando è inferiore alla media gli azionisti spostano i propri investimenti verso investimenti più redditizi. Per interpretare il ROE di una società spesso si usa confrontarlo con il rendimento risk-free, derivante cioè da attività senza rischio. Il calcolo della differenza tra ROE e rendimento risk-free determina il premio al rischio, cioè il premio riconosciuto a coloro che scelgono di investire nell’impresa. In generale, l’appetibilità di un’azienda sul mercato azionario aumenta se il ROE cresce. Considerando il ROE è inoltre possibile determinare se l’azienda ha conseguito l’equilibrio reddituale. Per fare ciò si procede al confronto tra la redditività del capitale proprio (ROE) e il costo figurativo del capitale proprio, espressione con la quale si indica il costo sopportato da chi ha investito nell’azienda rinunciando a investimenti alternativi. Le componenti del roe Confrontando il reddito netto, ossia la differenza tra ricavi e costi, e il patrimonio netto, quale differenza tra attività e passività, il ROE è tanto semplice da costruire e calcolare quanto completo in termini di rappresentazione della situazione aziendale. È infatti influenzato da tutti i valori di bilancio e di conseguenza da tutte le scelte economico-aziendali poste in essere. Diversi sono gli approcci utili per la scomposizione di tale indice. Uno dei più comuni è il quello di seguito proposto e prevede l’utilizzo del ROA (return on asset), un indice che misura la redditività delle attività svolte. Il ROA è un fattore determinante del ROE, che può appunto essere calcolato a partire da esso: Il rapporto tra attivo netto (AN) e capitale netto (CN) esprime la relazione tra il capitale investito e il capitale proprio e quindi, indirettamente, il peso del capitale di terzi, cioè dei debiti. Tale rapporto è uno dei modi per indicare il rapporto di indebitamento, cioè il livello di indebitamento finanziario rispetto ai mezzi propri, che dà indicazioni sulla solidità patrimoniale dell’impresa, ovvero sulla sua capacità di far fronte agli impegni verso terzi. Nella formula del ROE il rapporto di indebitamento svolge sulla formula un effetto nullo se è uguale a uno (e dunque l’impresa opera solo con mezzi propri) o un effetto moltiplicativo se è maggiore di uno (e quindi l’impresa utilizza anche capitale di terzi). In base a ciò, quando l’impresa ricorre a capitale di terzi, aumentando di conseguenza il proprio indebitamento, genera un aumento della redditività operativa. Questo effetto viene denominato leverage o effetto di leva finanziaria. L’ultimo rapporto che emerge dalla scomposizione della return on equity (ROE) è il rapporto tra reddito netto (RN) e il reddito operativo (RO), che è definito tasso di incidenza (TI). Esso esprime il peso dei componenti di reddito estranei alla gestione operativa, quali oneri finanziari e imposte, e dei componenti di reddito non di competenza dell’esercizio, ossia sopravvenienze e insussistenze attive e passive. Il tasso d’incidenza ha generalmente un valore inferiore a uno, poiché i componenti di reddito negativi estranei alla gestione operativa risultano normalmente superiori a quelli positivi. In questo caso tale tasso riduce l’effetto di leva finanziaria tanto quanto maggiori sono gli oneri finanziari. In conclusione, la scomposizione del ROE proposta ha evidenziato la dipendenza della redditività del capitale proprio da tre fattori: la redditività operativa (RO); l’indebitamento finanziario, indicativo della solidità patrimoniale; l’incidenza del reddito netto sul reddito operativo, definito tasso d’incidenza (TI). Questi fattori dimostrano la relazione che connette redditività e solidità dell’azienda. Aumentare il livello d’indebitamento, riducendo quindi la solidità patrimoniale, potrebbe consentire all’azienda però di cogliere opportunità per il miglioramento della redditività. Allo stesso tempo, il miglioramento della redditività, trattenendo il reddito prodotto all’interno dell’azienda, consente di ridurre il livello di indebitamento e migliorare la solidità patrimoniale dell’azienda. In definitiva, un ROE maggiore non è per forza un segno positivo, qualora l’azienda non gestisca sapientemente il denaro preso a prestito. Gli aspetti negativi legati al roe Come già visto, il ROE è un indicatore di sintesi molto utile e ampiamente utilizzato, tuttavia in alcuni casi può condurre ad alcune valutazioni e scelte aziendali sbagliate. Le aziende, spinte dalla tentazione di attrarre maggiori investimenti dal mercato, rischiano di cadere nella tentazione di ricorrere a strategie finanziarie finalizzate a un aumento del ROE che, dietro all’apparente solidità aziendale, potrebbero celare in realtà il deterioramento delle prestazioni aziendali. Sono esempio di quanto detto il ricorso a un maggiore indebitamento e l’utilizzo dell’effetto leva. Si tratta di strategie pericolose che possono innescare un circolo vizioso, legato a un continuo incremento della leva finanziaria e dell’esposizione aziendale al mercato, e perciò devono essere adottate con estrema cautela dalle aziende. Le aziende spesso incappano in questi errori, poiché una diminuzione del ROE ha un effetto immediato che tali strategie sembrano scongiurare momentaneamente. Come tutte gli indicatori di redditività, anche l’utilizzo del ROE è più efficace se affiancato all’utilizzo di altri indici, così da valutare lo stato di salute di un’azienda da più punti di vista.


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