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politica e videogichi- Inside Marketing

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NOVITÀ DI MARKETING DIGITALE

politica e videogichi- Inside Marketing

Gli ambienti di gioco virtuali avranno per la comunicazione politica la stessa forza distruttiva che ebbe Twitter ormai quasi un decennio fa (si potrebbe considerare uno spartiacque in questo senso, infatti, la campagna elettorale per la rielezione di Obama nel 2012)? Il dubbio è sorto spontaneo tra gli addetti ai lavori dopo che, nei mesi di quarantena, gli stessi si sono rivelati frequentatissimi da giovani, della generazione z e della generazione alpha soprattutto, per scopi – dall’organizzazione di gruppi di studio universitari alla celebrazione di funzioni religiose, passando per le sedute psicoterapeutiche online – spesso piuttosto diversi dal gaming in sé. A sostegno dell’ipotesi dell’online gaming come vitello d’oro delle prossime campagne elettorali è arrivato, però, soprattutto il boom di visualizzazioni per una sessione di gioco di Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch. Com’è andato il debutto di alexandria ocasio-cortez su twitch Qualche giorno fa, infatti, la deputata democratica ha chiesto ai propri follower su Twitter se qualcuno volesse giocare a Among Us su Twitch (uno dei giochi di ruolo più amati da chi frequenta la piattaforma, in cui un massimo di due giocatori interpreta il ruolo di impostore con il compito di uccidere chiunque trovi sulla propria strada e gli altri, oltre a cercare di sopravvivere, possono provare a salvare i compagni e a loro volta uccidere l’impostore). Anyone want to play Among Us with me on Twitch to get out the vote? (I’ve never played but it looks like a lot of fun) — Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) October 19, 2020 Nonostante avesse esplicitamente chiarito di essere alle prime armi, all’invito hanno risposto gamer di lungo corso e star della piattaforma come Pokimane e HasanAbi, tanto che il debutto di AOC su Twitch si è trasformato in uno degli show più visti della piattaforma: almeno 435mila sarebbero stati, secondo The Verge, gli spettatori unici in diretta, ma, come avviene quasi sempre per le sessioni di gioco sul sito, la partita è stata salvata sul neonato profilo di Alexadria Ocasio-Cortez su Twitch e ha presto superato i cinque milioni di visualizzazioni (al 29 ottobre 2020). Sono numeri questi che non tengono conto, tra l’altro, sottolinea Insider, della reach garantita alla partita a Among Us di AOC anche dalle dirette organizzate dagli altri giocatori e dai video di highlights condivisi e ricondivisi innumerevoli volte su altre piattaforme, da Twitter a TikTok. Più di altri personaggi politici, d’oltreoceano e non solo, la deputata democratica può contare, del resto, su uno zoccolo duro di ammiratori pronti a lodarne ogni gesta, forse anche – purtroppo – in virtù dello stereotipo di donna giovanissima e bella, cresciuta in uno dei quartieri più difficili di New York e arrivata nonostante tutto al Congresso. Tutto si può dire tranne che chi si occupa della strategia di comunicazione di Alexandria Ocasio-Cortez non abbia spesso fatto leva proprio su questo, sulla sua allure di influencer della politica, prima che sulla sua posizione di candidata di uno schieramento, con programmi e proposte politiche concrete. Serve molto di più di un fan club, però, per trasformare una sessione di gioco su Twitch in un potenziale break even della comunicazione politica digitale. Parlare di politica senza parlare di politica sarà la nuova carta vincente di candidati e leader? Giocare a un acchiappatutto online con i propri potenziali elettori e ancor prima usare come qualsiasi gamer un semplice tweet per cercare sfidanti sembrano a guardare bene espressione, alla massima potenza, della tanto discussa disintermediazione in politica. Per le abbondanti tre ore e mezza di durata della sessione, del resto, Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch ha chiacchierato in video e voce con gli altri partecipanti, com’è prassi tra i più assidui frequentatori della piattaforma, di come stava andando la partita, ma anche dei temi più disparati e che non necessariamente avessero a che vedere con la politica. Nonostante anche la collega Ilhan Omar stesse partecipando alla partita su Twitch, infatti, le presidenziali americane del 3 novembre 2020, le proposte politiche del partito democratico e la stessa candidatura di AOC non hanno monopolizzato la conversazione, né quello di Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch è stato il solito comizio politico ma in versione 2.0. Uno dei più comuni epic fail dei politici sui social è infatti non considerare che si tratta di ambienti – soprattutto nel caso di piattaforme piuttosto verticali e specializzate, come Twitch appunto – con una grammatica, una fenomenologia proprie: non attenersi a linguaggi e codici di comportamento quasi sempre autoimposti e impliciti tra gli utenti crea frizione e può essere la principale ragione del flop di un tiktok o di una sessione di social gaming di un politico. Se è vero, insomma, che i rimandi all’iniziativa e al sito di “I Will Vote” (una delle tante iniziative che permettono di registrarsi per andare a votare alle prossime presidenziali americane) erano abbastanza espliciti già sul profilo Twitch di Alexandria Ocasio-Cortez, grandi temi come la necessità di avvicinare i più giovani alle urne, pensare a un modello alternativo per il sistema sanitario nazionale americano o l’invito a recarsi ai seggi il prima possibile in modo da snellire operazioni elettorali rese macchinose in questa occasione dalle misure anti-contagio sono emersi solo in fieri, proprio come quando spontaneamente durante una conversazione tra amici si finisce a parlare di politica. È certo una spontaneità strategica e, forse, in qualche misura curata ad arte. Difficile pensare cioè, soprattutto in riferimento agli abbondanti inviti al voto rivolti da Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch, che non fosse consapevole, insieme allo staff, di una demografia dei twitcher fatta perlopiù di giovanissimi tra i 16 e i 24 anni (questa fascia d’età rappresentava, al secondo trimestre 2019, almeno il 41% degli utenti della piattaforma). Non è la prima volta, del resto, che nei contenuti politici di AOC la politica volontariamente scompare affinché il messaggio di fondo possa arrivare meglio ed efficacemente ai suoi destinatari. Quella volta in cui Alexandria Ocasio-Cortez trasformò un make-up tutorial in un discorso su femminilità e politica Sul finire dell’estate Vogue ha pubblicato un video-tutorial in cui Ocasio-Cortez spiega la propria beauty routine quotidiana. In questi anni di lavoro al Congresso, di politica fatta di adesioni porta a porta e attivismo per grandi temi come quelli del Green New Deal, infatti, il rossetto rosso accesso è quasi diventato un elemento di brand , «una firma» – così la chiama Vogue – della deputata democratica, tanto che molte donne si sono chieste come ottenere labbra rosse e perfette come quelle di AOC e hanno provato a imitarle. Da qui l’idea di un tutorial in cui fosse la politica in prima persona a spiegare alle fan più curiose i propri segreti di bellezza. Naturalmente anche in questo caso i riferimenti a una politica che ancora vive di stigma verso la femminilità o che poco prova a fare per colmare davvero il gender gap , in tanti campi diversi, sono stati casuali e inframmezzati da consigli sui migliori correttori per le occhiaie o le migliori tinte per la bocca. Il politainment  è servito, insomma, almeno quanto a Vogue è servita l’occasione per fare brand activism . Dalla memizzazione del sé alla politica che scopre l’avatar economy per riparare alla mancanza del corpo del leader A proposito di politica-intrattenimento, quella per le presidenziali americane è stata la campagna che sembra aver definitivamente consacrato la memizzazione del sé come strumento per creare coinvolgimento tra le proprie community e, perché no, simpatia verso il proprio messaggio politico anche da parte di elettori incerti o di altri schieramenti. Difficile pensare, insomma, che quel «Will you shut up, man?» rivolto da Biden a Trump durante il primo faccia a faccia presidenziale della tornata elettore 2020 non fosse pensato a monte per diventare – o, almeno, con un’alta probabilità che lo diventasse – un tormentone sul web (e in effetti su qualche eCommerce sono già in vendita magliette e gadget con la frase di Biden). Durante la campagna elettorale per le presidenziali americane 2020 sono stati prodotti moltissimi meme, tanto da convincere che candidati e proprio staff fossero impegnati a monte in una sorta di “memizzazione del sé” mirata a rendere più coinvolgente il proprio messaggio politico. Del primo faccia a faccia tra Biden e Trump, per esempio, anche grazie a quanto virale è diventato in Rete, molti ricordano soprattutto il piccato «Will you shut up, man?» del candidato democratico. Fonte: makeameme.org Per tornare alla partita a Among Us di Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch, è probabile così che anche curiosi, sostenitori della deputata democratica, appassionati di politica americana non così addentro al mondo degli eGame si siano imbattuti in uno dei tanti meme che stavano circolando in Rete prima che nella registrazione o negli highlights della partita stessa. Anche chi non frequenta con assiduità gli ambienti virtuali di gioco ha saputo della partita a “Among Us” di Alexandria Ocasio-Cortez su Twitch grazie al gran numero di meme circolato sugli altri social. Fonte: Giphy Particolarmente virali quello in cui a inizio partita AOC si dispera per essere stata assegnata casualmente al ruolo di “Impostore” e diversi che immortalano l’espressione, a metà dispiaciuta e a metà euforica, per essere riuscita nella missione di uccidere un avversario virtuale. Tra i meme sulla partita di AOC su Twitch a “Among Us”, i più virali sono le GIF che ne riprendono l’espressione a metà tra il disperato e l’euforico quando da “Impostore” (questo il ruolo che è le è toccato in sorte) riesce a uccidere gli altri partecipanti. Fonte: Giphy Come sottolinea ancora Insider, qualcuno ha realizzato addirittura delle “fancam” dell’esordio della deputata democratica su Twitch da postare in Rete (il termine, nato nell’ambito del K-pop, indica in generale un breve video, spesso girato amatorialmente, e che segue da vicino un particolare personaggio durante un’esibizione live di gruppo). i made an aoc among us fancam for the tl ✨✨ pic.twitter.com/yYbGr27RWa — andrea ♡ ? (@TECHN0PAIN) October 21, 2020 Il che non è molto diverso dal dire che, da forma di contestazione del messaggio politico quale era (” polbusting “), il meme si è fatto endorsement verso lo stesso e il suo autore e non di rado addirittura una sorta di fandom verso quest’ultimo. Non c’è da stupirsene davvero se si considera che quella per il voto americano del prossimo 3 novembre è stata, almeno nell’ultima sua parte, anche la prima campagna elettorale in gran parte smaterializzata dal corpo del politico per via di distanziamento sociale e misure anti-contagio. È anche per questo che il fatto che i politici creino un proprio avatar e lo usino per interagire negli ambienti virtuali di gioco sembra avere, ora, lo stesso potenziale distruttivo che ebbe, agli albori della comunicazione politica 2.0, il cosiddetto “Twitter factor” (A. Valeriani, “Twitter Factor“, 2011): potrebbe essere il primo passo di una politica alla scoperta dell’avatar economy . Alexandria ocasio-cortez su twitch non è il solo politico a scoprire i vantaggi dell’online gaming Nel caso di Alexandria Ocasio-Cortez che organizza una sessione di gioco in diretta su Twitch l’operazione è di più facile riuscita anche grazie a una certa familiarità pregressa della deputata con il mondo del gaming. Come sottolinea tra gli altri Inverse, AOC non ha mai fatto mistero di essere una fan della saga di League of Legend, per esempio, tanto da aver approfittato del lockdown per completarne un capitolo. My small quarantine accomplishment: made it to Silver III ? — Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) July 14, 2020 Un “piccolo traguardo” come questo – e, ancora di più, aver sentito la necessità di condividerlo con i propri follower su Twitter – accomuna strategicamente la deputata democratica a tanti cittadini comuni che si sono riscoperti gamer da quarantena. Gli ambienti virtuali di gioco sono però forse tra gli ambienti digitali dalle dinamiche più complesse da interpretare dall’esterno e con non poche barriere all’entrata. Solo qualche mese fa, per esempio, la stessa Alexandria Ocasio-Cortez aveva chiesto di poter visitare le isole di alcuni suoi seguaci di Twitter su Animal Crossing per lasciare un doodle o poter chattare con loro: quella volta, però, l’incursione della deputata democratica nel mondo del gioco online non ebbe lo stesso successo della diretta Twitch. Anche i responsabili della campagna elettorale di Biden hanno provato a sperimentare con l’online gaming: c’è un’isola di Joe Biden su Animal Crossing, in cui un avatar del candidato democratico invita a registrarsi al voto, e un canale Twitch (@VoteJoe!), al momento seguito però da poco più di 2500 utenti, forse anche per via di un esordio un po’ «di basso profilo» (l’esordio di Biden su Twitch è stato un montaggio delle immagini del tour elettorale in treno in Ohio e Pennsylvania). C’è un isola del candidato democratico Joe Biden su Animal Crossing in cui i visitatori possono registrarsi per votare alle presidenziali americane del 3 novembre 2020. Fonte: The Verge Dopo che lo scorso giugno Twitch ha bloccato temporaneamente il profilo di Trump per «una condotta che incita all’odio», l’attuale presidente americano ha segnato la strada per l’ala repubblicana che è, in effetti, ancora la meno propensa a usare i mondi di gioco virtuali per parlare, più o meno direttamente, di politica: una scelta che appare coerente con i rischi di danni affettivi e relazionali, spesso esasperati proprio da personaggi di spicco di questa ala politica, derivanti dalla dipendenza da videogiochi o dal troppo tempo passato alle consolle da parte dei bambini. Gli ambienti di gioco, dal canto loro, non sono restati indifferenti a questo interesse da parte della politica. “Build The Vote” è l’iniziativa grazie alla quale Minecraft e Rock The Vote hanno creato un mondo Minecraft dove si può simulare il processo di voto (la seconda è infatti una onlus che si occupa di sensibilizzare i giovani alla partecipazione politica). C’è un mondo di Minecraft in cui i gamer possono partecipare virtualmente al processo di voto, registrandosi per le prossime presidenziali americane o esprimendo democraticamente la propria opinione su temi cardine per la vita pubblica. Fonte: Minecraft/BuildTheVote Al suo interno i giocatori possono visitare le case di voto, registrarsi per votare e dire la propria come in una vera e propria gestione democratica della cosa pubblica rispetto a grandi temi come la scuola, la sanità, le discriminazioni razziali o il climate change e ricevere, infine, ricompense anche visivamente simili alla spilletta “Ho votato!” distribuita in qualche seggio americano. Per l’età media di chi gioca a Minecraft, gli ideatori dell’iniziativa sanno di rivolgersi anche a un pubblico di età inferiore a quella indispensabile per andare a votare, ma hanno deciso di lavorare comunque «anche per le generazioni future, […] per insegnare loro a prendersi il proprio peso politico e […] far sì che quando compiranno 18 anni saranno più preparati a partecipare alla nostra democrazia», hanno spiegato da Rock The Vote. La cosiddetta spinta gentile (o ” nudging “) da parte delle piattaforme sembra, insomma, una ragione in più per aspettarsi grandi cose dalla politica che sbarca negli ambienti di gioco virtuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA E’ vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti


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