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eGirl: chi sono e cosa fanno su TikTok

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NOVITÀ DI MARKETING DIGITALE

eGirl: chi sono e cosa fanno su TikTok

Egirl: chi sono Sull’app di lip sync cinese il solo hashtag #egirl, senza contare quelli correlati, è un fenomeno da quasi 4.5 miliardi di visualizzazioni (ad agosto 2020). Così sono taggati video in cui adolescenti e preadolescenti, della generazione z e della generazione alpha , si mostrano all’interno della propria cameretta, alle prese con il make-up o l’hair dressing o mentre ascoltano musica e, perché no, impegnati a discutere di religione, sessualità e altri temi decisamente più esistenziali. Con l’hashtag #egirl sono taggati su TikTok miliardi di contenuti in cui preadolescenti e adolescenti si mostrano alle prese con make-up, hair dressing, balletti e sfide musicali ma anche impegnate riflessioni su temi esistenziali. Di cosa è fatta e da dove viene la subcultura di egirl ed eboy Come ogni altra subcultura che si rispetti, del resto, anche quella delle eGirl e degli eBoy è definita, oltre che dal fattore anagrafico, da una serie di aspetti che vanno dal modo di vestire, di truccarsi e di acconciarsi i capelli ai gusti musicali, passando per hobby e passatempi preferiti in comune tra gli appartenenti. Chiunque provi a rispondere alla domanda “chi sono le eGirl?” può trovarsi a compilare una vera e propria guida fashion: per esempio, come scrive la CNN, in un perfetto look da eGirl sono immancabili anfibi, calze a rete o autoreggenti, gonne a quadri, t-shirt oversize stampate o di band musicali, calzamaglie a righe e il tutto meglio se bianco e nero. Tocca a trucco e parrucco, infatti, la nota di colore: per il primo sono irrinunciabili eyeliner marcati, blush accentuati e in colori shocking sulle guance o piccole decorazioni geometriche e a contrasto sugli zigomi o ai lati degli occhi; per i capelli, invece, eGirl ed eBoy scelgono spesso colori pastello, decolorazioni, effetti meches. A completare gli outfit piercing, catene, collari, borchie. Come succede per molte subculture, eGirl ed eBoys condividono innanzitutto uno stile estetico e di abbigliamento. Fonte: Instagram/@escty Già questo basta a cogliere una certa ispirazione punk, o addirittura emo, nella subcultura eGirl. Queste nuove ragazze elettroniche, del resto, ascoltano la stessa «musica triste», da Billie Eilish ai Twenty One Pilots scrive Business Insider, che doveva piacere già ai loro cugini adolescenti degli anni Novanta. Tanto che è legittimo chiedersi se davvero le eGirl di TikTok siano la prima manifestazione della subcultura o se eGirl ed eBoy non esistessero già agli albori del web 2.0, su Tumblr per esempio, dove non è mai mancata una certa cultura dark: conclude Vox, tra i primi a scrivere di quello delle eGirl come di un fenomeno di costume, a Tumblr è mancata e continua a mancare quella spiccata natura visiva che ha permesso a TikTok di definire una precisa estetica di eGirl ed eBoy. Estetica che, a ben guardare, strizza l’occhio anche alla cultura orientale del J-pop e del K-pop, degli anime e dei manga. Proprio anime e manga sembrano, del resto, insieme a cosplay e videogiochi, i passatempi prediletti di ragazzi e ragazze elettronici come questi. Continua Vox, molte delle eGirl famose lo sono diventate grazie ai propri profili su Twitch (piattaforma oggi tra le più utilizzate per lo streaming di sedute di gioco e di eSport) o perché in origine youtuber con molto seguito nella nicchia dei gamer. eGirl: significato, origine e accezione del termine C’è un doppio filo che lega eGirl e videogiochi. C’era un tempo in cui il termine era usato con accezione prevalentemente negativa per riferirsi a quegli utenti di sesso femminile che si intrufolavano su blog e forum dedicati ai videogiochi e frequentati perlopiù da gamer di sesso maschile, cercando di truffarli o circuendoli «inviando loro dei nudi» in cambio dei quali chiedevano soldi, scrive lo Urban Dictionary in una primissima definizione di eGirl risalente al 2013. Egirl ed eboy sui social: quali rischi? Questa sorta di pregiudizio negativo nei confronti delle giovani frequentatrici di TikTok, Twitch, Patreon con un certo seguito non è scomparso del tutto: chi, come BuzzFeed, ha raccolto le storie di alcune eGirl tra le più famose ha trovato come filo rosso l’essere frequentemente vittime di insulti, commenti sessisti, hate speech . Consideratane la giovane età, non è difficile pensare anche a episodi di cyberbullismo , soprattutto nella forma di doxing , come racconterebbero le testimonianze delle stesse eGirl intervistate. A portare all’attenzione del grande pubblico l’universo di eGirl ed eBoy e i suoi pericoli è stata l’uccisione di Bianca Devins da parte di un uomo conosciuto sull’app di gaming Discord. Agli occhi di chi frequenta poco gli ambienti digitali e le piattaforme più amate dai giovanissimi, insomma, quello di eGirl ed eBoy potrebbe apparire un fenomeno oscuro e pericoloso; a ben guardare, però, i rischi da cui ragazze e ragazzi elettronici dovrebbero imparare a difendersi non sono poi diversi da quelli sempre in ballo quando si tratta di minori che utilizzano il web. Più delle loro coetanee, comunque, soprattutto gli eBoy rischiano di essere vittime di insulti e odio da parte degli altri utenti della Rete. È ancora Business Insider a sottolineare, infatti, che i termini “eGirl” e “eBoy” dovrebbero essere utilizzati come sinonimi e senza troppo badare alla concordanza di maschile e femminile: chi si riconosce in questa sottocultura vive in maniera più fluida la propria sessualità e, soprattutto, è poco o per niente legato agli stereotipi di genere. Il guardaroba di un eBoy è perfettamente intercambiabile, cioè, a quello della migliore amica eGirl e soprattutto un eBoy non ha paura di parlare pubblicamente con chi lo segue su TikTok delle proprie cotte e delle proprie delusioni sentimentali o più semplicemente delle emozioni che sta provando nel momento stesso in cui le sta provando. eBoy ed eGirl vivono la propria identità di genere e la propria sessualità in maniera decisamente fluida, ragione per cui non di rado sono vittime di insulti da parte degli altri utenti. Fonte: TikTok/@jamescharles Chi su TikTok e negli altri ambienti digitali è definito un “eBoy”, insomma, è probabile che nella vita reale sia un “softboi“. Ammesso, certo, che per gli adolescenti e i preadolescenti in questione, abituati a vivere la propria vita onlife , abbia ancora senso fare una qualche distinzione tra virtuale e reale e, soprattutto, provare ad affibbiare un’etichetta al proprio stile di vita, alle proprie passioni, alle proprie abitudini di consumo. Per i look considerati eccessivamente effeminati, comunque, e per la propensione a parlare in pubblico delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, non è raro che gli eBoy siano vittime di insulti e minacce da parte di coetanei o utenti più grandi. Lo scherno nei loro confronti ha dato origine persino a un genere di meme , i cosiddetti “I’m baby meme“, che ironizzano proprio sull’incapacità di difendersi o di riuscire anche nei compiti più semplici e che, con un cortocircuito come ne avvengono spesso nella cultura digitale, oggi sono amati e utilizzati spesso dagli stessi eBoy ed eGirl per sorridere e fare un po’ di autocritica rispetto al proprio carattere o come affrontano la vita di tutti i giorni. I cosiddetti “I’m baby meme”, da forma di scherno quali erano nei confronti di eBoy ed eGirl, sono diventati una sorta di status symbol per questi stessi utenti giovanissimi della Rete che non hanno remore a parlare di sentimenti ed emozioni con le proprie community. Tutto si può dire, del resto, tranne che eGirl ed eBoy manchino di una buona dose di autoironia. Senza, continua BuzzFeed, sarebbe stato impossibile per loro trasformarsi in una sorta di meta-tipologia di utente di TikTok. Ossia, qualche eGirl o eBoy, soprattutto tra quelli con più seguito, sa di essere diventato ormai un vero e proprio personaggio della Rete, tanto da ridere di eGirl factory video, inizialmente condivisi dagli altri utenti con intento provocatorio o come presa in giro, e di sperimentarli in prima persona. Quelle taggate con #egirlfactory erano in origine videochallenge con cui gli utenti di TikTok si sfidavano a trasformarsi in perfetti eBoy ed eGirl non senza un intento ironico, provocatorio, di presa in giro. Perché quella di eboy ed egirl è l’alternativa all’estetica perfetta (e posticcia) di instagram Che sia con (auto)ironia o meno, comunque, come ogni subcultura che si rispetti anche quella di eGirl ed eBoy ha fatto del rifiuto e della negazione dei modelli di riferimento delle altre culture, specie più mainstream e generaliste, un segno di riconoscimento e – è proprio il caso di dirlo – una sorta di vanto. Basti pensare che è ancora Vox a definire le eGirl di TikTok una sorta di «anti-influencer»: mentre chiunque abbia un certo seguito in Rete sembra costantemente impegnato a costruire un’immagine patinata e quanto più perfetta possibile della propria vita quotidiana, eGirl ed eBoy rendono partecipi le proprie community di piccoli e grandi fallimenti di tutti i giorni, abbracciano alla perfezione la filosofia del cringe e, mentre i loro coetanei sono disposti a fare di tutto per ottenere più like o per farsi fotografare nei posti più instagrammabili del momento, non sembrano vergognarsi di raccontare le proprie paure, quello che non sono riusciti a fare, pubblicando al bisogno anche tiktok girati nella propria cameretta e in lacrime. Molti ragazzi elettronici usano i propri canali social, anzi, per affrontare temi considerati spinosi come la sfera relazionale, la sessualità o disordini e problemi alimentari. eGirl o VSCO girl: la sfida è aperta La sfida aperta sembra quella eGirl vs VSCO girl. Con la seconda etichetta si fa riferimento a profili Instagram, femminili in genere in cui la ricerca della perfezione estetica è ben evidente in qualsiasi scelta, da quella di outfit e accessori di ogni giorno a quella della composizione dello scatto e dei colori predominanti sul feed. Le VSCO girl (da VSCO, una delle app per l’editing di foto e video più utilizzata degli instagramer) sono impeccabili nei propri abbinamenti alla moda, hanno make-up pastello, frequentano bar in cui servono frappé unicorno e giocano tutta la loro popolarità sulla capacità di cavalcare trend e tendenze del momento. Il fenomeno per certi versi opposto a quello delle eGirl è quello delle VSCO girl, profili Instagram, femminili soprattutto, in cui nessun dettaglio è lasciato al caso e dove c’è una costante ricerca della perfezione estetica. l’hashtag L’hashtag relativo ha oltre 2.6 milioni di post collegati su Instagram ad agosto 2020. eGirl ed eBoy al contrario ci tengono a mostrarsi controcorrente, ribelli, forse per certi versi persino più genuini e spontanei. A ben guardare, insomma, la sfida VSCO girl vs eGirl ha gli stessi connotati di quella Instagram vs TikTok: mentre il primo si conferma sempre più il regno del posticcio, del costruito ad arte, il secondo è per molti giovanissimi il luogo in cui esprimere se stessi con autenticità, senza bisogno di ricorrere a finti profili, a finte identità per ostentare un’esistenza patinata. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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