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Classic Nudes, guida interattiva ai musei di P0rnhub

Classic Nudes, guida interattiva ai musei di P0rnhub

NOVITÀ DI MARKETING DIGITALE

Classic Nudes, guida interattiva ai musei di P0rnhub

«Alcune persone pensano che i musei siano noiosi e antiquati […]. Ma se vi dicessimo che ospitano una collezione gratuita di porno?». Se non fosse per le numerose polemiche che ha generato, a leggere queste prime parole della presentazione di “Classic Nudes”[1], la nuova guida interattiva ai musei di P0rnhub, si potrebbe avere l’impressione di essere davanti a un’iniziativa di promozione museale di quelle – e sono state numerose in questi mesi – mirate a riportare visitatori nei luoghi d’arte dopo lo stop imposto dalla pandemia e dalle misure di contenimento del contagio adottate dai vari Paesi.

Cos’è e come funziona la guida interattiva ai musei di P0rnhub
Il portale di video per adulti ha pensato, infatti, a uno speciale percorso tra «le scene più sexy» della storia dell’arte, all’interno di una galleria di «corpi nudi in tutta la loro gloria artistica», dedicato a chi, da casa in visita virtuale o finalmente in presenza al museo, voglia vivere un’esperienza diversa dalla classica visita del Louvre, degli Uffizi, del Museé d’Orsay e per molti versi insolita.
Sul sito ufficiale di “Classic Nudes”, una volta scelto il luogo d’arte a cui si è interessati o che si sta visitando e per cui si desiderano informazioni in più, viene visualizzata una mappa dell’edificio con segnalato dove si trovano dipinti, sculture e altre opere descritti nella guida interattiva ai musei di P0rnhub.
Dalla “Venere di Urbino” di Tiziano all’immancabile “L’origine del mondo” di Courbet, passando per “Adamo ed Eva” di Jan Gossaert, “La Maja Desnuda” di Goya, “Le bagnanti” di Cezanne, c’è la voce della pornostar Asa Akira a descrivere con dovizia di particolari i corpi svestiti, le scene erotiche, le atmosfere intime che hanno ispirato artisti di tutti i tempi e di tutte le culture.
Una volta selezionato il museo o il luogo d’arte a cui si è interessati, sulla nuova guida interattiva ai musei di P0rnhub, c’è una mappa che mostra dove si trovano i dipinti di nudi o scene erotiche perché chi vuole possa condurre la visita guidato dalla voce della pornostar Asa Akira che li descrive. Fonte: P0rnhub
In evidente omaggio a temi caldi del momento come diversità e inclusione, del resto, la sezione “Un’altra prospettiva” su “Classic Nudes” raccoglie capolavori di nudo provenienti da tutto il mondo e che offrono un punto di vista diverso sulla sessualità e su come la stessa sia stata vissuta nel corso del tempo e dalla diverse culture, punto di vista forse «non pienamente rappresentato nell’arte occidentale»: qui ci sono, per esempio, i netsuke, piccoli amuleti giapponesi in avorio o legno da portare legati alla cintura e che non di rado rappresentano scene sessuali, o delle statuette in cui Hopi in abiti tradizionali mostrano i genitali ben in vista o sono impegnati in amplessi, oggetti che venivano considerati benaugurali dai nativi americani.
Nella sezione “Un’altra prospettiva” della guida interattiva di P0rnhub a musei e opere d’arte sono raccolti oggetti artistici provenienti dall’oriente, da culture tribali e che raccontano la sessualità da un punto diverso da quello della sola arte occidentale. Fonte: P0rnhub
Può un sito di contenuti per adulti convincere davvero i propri utenti a concedersi esperienze culturali (e in che modo)?
Certo, i toni sono leggeri e a tratti persino ironici: de “La nascita di Venere” di Botticelli, per esempio, nella guida interattiva ai musei di P0rnhub Asa Akira racconta come sia stata – testuali parole – «commissionata dal playboy del Rinascimento Lorenzo dei Medici, che aveva una collezione di dipinti di nudi talmente ampia che potresti considerarlo il primo membro premium di Pornhub».
Se c’è qualcuno da convincere a visitare un museo, spingendolo a pensare a quadri e opere d’arte da una prospettiva diversa e per molti versi più intrigante rispetto a quella tradizionale offerta dai libri di storia dell’arte al liceo, è del resto l’utente “tipo” abbonato o affezionato alla versione free del servizio di streaming di contenuti per adulti che è anche, appunto, un utente con una dieta mediatica prettamente digitale, a volte bulimica di contenuti (c’è chi ha parlato in questo senso di snack culture) e sempre comunque votata alla contaminazione di generi, a un mix pop tra grandi temi e tormentoni del momento.
Anche lo spot di “Classic Nudes” richiama i toni leggeri e ironici dell’intera iniziativa. Nel breve commercial per pubblicizzare la nuova guida interattiva ai musei di P0rnhub, infatti, Ilona Staller (più nota al grande pubblico come Cicciolina) allude al fatto che non ci sia niente di più sbagliato di ignorare gli inviti a visitare i luoghi d’arte e godere di ogni singola pennellata o colpo di scalpello delle opere al loro interno: c’è un segreto dietro inviti come questi, «parte del migliore porno di tutti i tempi non è su P0rnhub, può essere trovato solo in un museo». Il monito arriva mentre la pornoattrice si sveste prima di entrare, con un’aderente tutina color carne, in una sorta di tableau vivant di ancora “La nascita di Venere”  di Botticelli.
Pornhub Presents: Classic Nudes with Cicciolina
C’è una causa da sposare dietro alla scelta di invogliare gli utenti di P0rnhub a fruire soprattutto di nudi artistici e nei musei?
L’intento anche provocatorio dell’operazione “Classic Nudes” di P0rnhub non è difficile da cogliere e, del resto, la piattaforma non è nuova a campagne di viral marketing che, oltre a creare discussione e “chiacchiericcio” intorno al brand , sposano una causa. Già in passato le aveva usate per affrontare e provare a sbaragliare alcuni tabù sulla sessualità, femminile soprattutto, o per sottolineare il proprio impegno contro inquinamento e abuso di plastica.

Ora il tema da mettere sotto ai riflettori, mentre si gioca a convincere gli utenti a visitare musei e luoghi d’arte tra i più rinomati in tutto il mondo perché è qui che possono trovare il miglior porno di sempre gratuitamente e raccontato dalla voce dalle loro beniamine del campo, è una certa visione stereotipa e dura a morire del porno che finisce per relegar il genere ai margini dell’ industria culturale . «Il porno potrebbe non essere considerato arte, ma certa arte può senza dubbio essere considerata porno» è, infatti, una sorta di “ slogan ” che trapela dallo spot, sui numerosi materiali introduttivi, nei testi sul sito di “Classic Nudes”.
Le polemiche con gli Uffizi (e col Louvre) che ora chiedono la rimozione delle proprie opere da “Classic Nudes”
A voler essere maliziosi, però, neanche l’intento commerciale della nuova guida interattiva ai musei di P0rnhub tarda a spuntare fuori. All’interno di “Classic Nudes”, alcuni nudi artistici sono descritti e reinterpretati e prendono vita in sorte di tableau vivant espliciti grazie alla coppia di content creator MySweetApple: il risultato sembra richiamare video e categorie tra quelle più popolari sul sito di contenuti per adulti.
Su “Classic Nudes” alcuni nudi artistici sono reinterpretati, in sui generis tableau vivant, dalla coppia di creator MySweetApple. I risultati sono a volte molto simili ai video più popolari sulla piattaforma. Fonte immagine: P0rnhub/Exibart
Potrebbe essere stato questo, il neanche tanto velato intento commerciale, l’appiglio che ha portato le Gallerie degli Uffizi a presentare una diffida nei confronti di P0rnhub[2] o, meglio, come racconta tra gli altri Adnkronos, nei confronti di MindGeek Holding, la società con sede in Lussemburgo che gestisce il sito. C’è in Italia, infatti, un codice dei beni culturali che prevede che per utilizzare a fini commerciali le immagini delle opere esposte in musei e luoghi d’arte sia necessario chiedere un’autorizzazione ed eventualmente corrispondere una fee: si tratta della stessa base normativa su cui, non molto tempo fa, fu montata la notizia secondo cui ancora gli Uffizi erano intenzionati a far pagare gli influencer per scattare delle foto e per “Classic Nudes” P0rnhub non sembra aver chiesto alcuna autorizzazione preventiva né al museo fiorentino, né agli altri luoghi d’arte protagonisti del progetto. Anche il Louvre sarebbe ricorso alle vie legali contro il sito[3] per ragioni simili e avrebbe chiesto la rimozione immediata delle immagini delle proprie opere dalla guida interattiva ai musei di P0rnhub (rimozione a cui, però, la piattaforma non ha ancora provveduto al 22 luglio 2021).
Per i due brand museali, come sottolinea tra gli altri Open[4], che il proprio nome sia associato a quello di un sito porno – più volte tra l’altro al centro di polemiche che riguardavano le policy sui contenuti e la capacità del team responsabile di evitare che fossero caricati sulla piattaforma video di revenge porn per esempio – rappresenta un rischio indesiderato per la brand safety. Mosse come queste, però, non rischiano a propria volta e paradossalmente di rendere  l’iniziativa ancora più riuscita nell’intento di far parlare di sé e delle cause sposate?


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