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J.P.Morgan AM, dove trovare rendimento nel nuovo ciclo economico

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J.P.Morgan AM, dove trovare rendimento nel nuovo ciclo economico

J.P.Morgan AM ha pubblicato le Long Term Capital Martket Assumption: diversificazione su asset alternativi e mercati emergenti per trovare rendimento
Mentre Europa e Stati Uniti si trovano nel picco della seconda ondata di contagi da coronavirus l’economia si avvia a iniziare un nuovo ciclo economico i cui semi vengono piantati dalle banche centrali e dai governi con politiche monetarie e fiscali espansive. L’effetto di quello che sta accadendo in questi mesi si vedrà nei prossimi anni e J.P. Morgan AM ha cercato di delinearlo nella 25° edizione delle Long-Term Capital Market Assumptions (Ltcma), l’analisi delle previsioni su un orizzonte temporale di 10-15 anni.
“Mentre l’economia globale inizia a muoversi verso un nuovo ciclo economico dietro la spinta dalla pandemia del 2020, prevediamo che l’ampio dispiegamento di stimoli monetari e fiscali avrà un’impronta duratura sulle economie a livello globale”
ha commentato John Bilton, responsabile Global Multi-Asset Strategy di J.P. Morgan AM.
La scelta obbligata, tassi di interesse bassi
Secondo l’analisi di J.P. Morgan AM, le banche centrali non hanno altra scelta che concentrarsi meno sul tenere sotto controllo l’inflazione e più sullo stimolare e mantenere la stabilità finanziaria. Si tratta di un cambiamento significativo e gli incentivi delle banche centrali potrebbero essere sempre più favorevoli agli emittenti di debito piuttosto che ai detentori di debito.
“Per navigare nel nuovo decennio – ha proseguito Bilton – gli investitori possono prendere in considerazione di diversificare gli attivi tradizionali, che non riescono più a offrire reddito, con attivi alternativi che sfruttano appieno i compromessi che un portafoglio può tollerare per trovare rendimenti potenziali più elevati”.
Secondo l’analisi di J.P.Morgan AM relativa alle singole asset class, il reddito fisso manterrà rendimenti estremamente bassi, in particolare per i titoli di Stati, nei prossimi 10-15 anni mentre per una normalizzazione dei tassi di interesse bisognerà attendere “almeno fino al 2024”. Un movimento che, quando arriverà, potrebbe essere “rapido”, avvertono gli analisti della società di gestione del risparmio.
Azioni meno performanti
L’azionario, pur offrendo rendimenti più interessanti, subirà invece l’impatto delle valutazioni elevate, in particolare per le società statunitensi e le grandi capitalizzazioni. La previsione di rendimento per l’azionario a livello globale, estesa sull’orizzonte temporale di analisi (10-15 anni) scende così dell’1,2% al 4,8%. Escludendo gli Usa il calo è meno marcato e pari allo 0,7% al 5,8%, il che implica previsioni migliori per i mercati ex-Usa, in particolare emergenti.
Sul tema ha commentato Thushka Maharaj, global multiasset strategist di J.P.Morgan AM:
“Le nostre prospettive di crescita dei mercati emergenti continuano a superare i mercati sviluppati poiché la produttività dei mercati emergenti e il capitale umano convergono gradualmente verso i livelli dei paesi sviluppati “.
Diversificazione negli asset alternativi
A fronte di una riduzione delle opportunità di rendimento sulle asset class tradizionali, migliori opportunità possono essere trovate tra gli alternativi come scrivono gli analisti di J.P. Morgan AM:
“Negli attivi reali, i rendimenti hanno tenuto molto bene. Le nostre previsioni per l’immobiliare core aumentano dello 0,1% negli Stati Uniti e nella regione Asia-Pacifico, rispettivamente a 5,9% e 6,6%, mentre per l’Europa, Regno Unito escluso, sono invariate al 5,0%. Infrastrutture e trasporti offrono rendimenti elevati agli investitori, con i rendimenti azionari delle infrastrutture core globali in aumento dello 0,1%, al 6,1, e i trasporti di base globali – una nuova tipologia di attivi aggiunta quest’anno – al 7,6%. Le previsioni sul private equity ponderate per la capitalizzazione diminuiscono dell’1,1%, al 7,7%, a causa delle valutazioni più elevate e della concorrenza tra i potenziali acquirenti, in combinazione con un rallentamento della raccolta di risorse e maggiori cambiamenti strutturali”.


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