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Titoli di Stato, Bill Gross li scarica: i fondi che li comprano sono “da cestinare”

Titoli di Stato, Bill Gross li scarica: i fondi che li comprano sono "da cestinare"

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Titoli di Stato, Bill Gross li scarica: i fondi che li comprano sono “da cestinare”

Bill Gross, fondatore della società di gestione Pimco e un tempo noto alle cronache come il “re dei bond”, ha cambiato radicalmente visione sulla sua asset class preferita, i titoli di Stato. Nel mondo dei tassi ultra bassi e del sostegno massiccio delle banche centrali ben poche soddisfazioni potrebbero arrivare dal mercato obbligazionario – in particolare da parte dei quei fondi che comprano Buoni del Tesoro Usa (il cui posto sarebbe “il cestino di spazzatura degli investimenti”).Bill Gross, cosa pensa adesso dei titoli di StatoSecondo Bill Gross i rendimenti dei Treasuries “non possono andare da nessuna altra parte, se non verso l’alto” nel contesto attuale – ciò comporterebbe una perdita nel prezzo dei titoli stessi.“Il contante è considerato spazzatura da molto tempo, ma ora ci sono nuovi contendenti”, ha detto Gross, che si è ritirato dal mondo degli investimenti nel 2019, “i fondi obbligazionari che vanno dall’intermedio al lungo termine sono sicuramente nello stesso cestino”. Non è tutto: anche le azioni potrebbero finire con il rendere molto poco: “E’ meglio che la crescita degli utili sia a due cifre e più, altrimenti potrebbero finire anche quelle nel camion della spazzatura”.Il Quantitative easing della Federal Reserve ha finora permesso di acquistare il 60% delle emissioni di titoli nette del Tesoro Usa. Ridurre il piano di acquisti trasferirebbe la responsabilità di questi acquisti agli investitori privati, in una fase in cui il governo federale punta a incrementare la spesa con deficit da almeno 1500 miliardi di dollari.“Quanto saranno disposti, quindi, i mercati ad ad assorbire questo futuro 60% a metà del 2022 e in seguito?”, ha scritto Bill Gross. “forse se l’inflazione allora sarà tornata all’obiettivo del 2%, un ‘taper tantrum’ potrà essere evitato, ma quanti altri programmi di spesa fiscale possiamo permetterci senza doverli pagare con tassi di interesse più alti?”.


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