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Come sarà lo shopping natalizio nel 2020? Le previsioni

Come sarà lo shopping natalizio nel 2020? Le previsioni

NOVITÀ DI MARKETING DIGITALE

Come sarà lo shopping natalizio nel 2020? Le previsioni

Il mondo del retail si sta preparando alle festività natalizie: con il black friday alle porte, infatti, non mancheranno le occasioni per iniziare ufficialmente gli acquisti di Natale. Quali sono le intenzioni dei consumatori e quali sono le prospettive per lo shopping natalizio nel 2020? Cosa pensano (e cosa provano) i consumatori in questo periodo di incertezza Il periodo d’emergenza che si sta vivendo genera tante incertezze e c’è chi teme l’impatto della pandemia sullo shopping natalizio nel 2020. A tal proposito, un rapporto di Censis-Confimprese, diffuso a fine ottobre, poneva l’accento sulle eventuali conseguenze di un possibile lockdown nel periodo di Natale, che costerebbe all’Italia 25 miliardi di euro, secondo alcune stime. Nonostante i timori legati all’aumento dei contagi, l’avvicinarsi delle festività sembra portare comunque una “luce di speranza“, almeno per alcuni consumatori: come emerge da un’indagine condotta da Blogmeter su 1500 responsabili di acquisto – come li definisce l’azienda che si occupa di monitoraggio dei social media – con un’età compresa tra i 18 e 74 anni, il 25% ha manifestato ottimismo riguardo al futuro. Nonostante ciò, sembra altamente probabile che comunque in qualche modo l’emergenza possa influire sulle abitudini di consumo: secondo uno studio condotto da Ipsos per conto di Google, sull’emergenza COVID-19, la metà degli acquirenti italiani (su un campione di 1000 utenti italiani di almeno 18 anni per ogni mercato) a giugno 2020, credeva per esempio che la pandemia avrà un impatto sul loro modo di effettuare acquisti in queste festività. Negli Stati Uniti l’emergenza potrebbe invece portare i consumatori ad avere un atteggiamento più cauto. Infatti, secondo una ricerca di Deloitte condotta su oltre 4mila intervistati, il 38% dei consumatori avrebbe previsto di spendere meno in queste festività: si stima così una spesa media di 1387 dollari per nucleo familiare, il che corrisponderebbe a una riduzione del 7% nella spesa rispetto allo scorso anno. All’interno di questa fetta di consumatori, il 50% afferma che spenderà meno per una preoccupazione relativa all’instabilità economica attualmente vissuta. Fonte: Deloitte Più acquisti online a natale 2020: che ne sarà del negozio tradizionale? Un elemento riguardo allo shopping natalizio nel 2020 sembra mettere d’accordo tutti: l’eCommerce avrà un ruolo importante per molti consumatori, particolarmente preoccupati per la diffusione del virus. Non a caso, come emerge dall’indagine di Ipsos, il 70% degli acquirenti italiani (su un campione questa volta di 400 utenti italiani, di almeno 18 anni, che prevedono di fare acquisti per le festività) intende pianificare gli acquisti in anticipo per evitare affollamenti. Di questi, il 78% proverà ad accorpare il più possibile gli acquisti in modo da ridurre al minimo gli spostamenti. Inoltre, con l’avvicinarsi del Black Friday, occasione sfruttata da molte persone per effettuare gli acquisti natalizi, il 24% dei consumatori che normalmente effettuano acquisti in negozio in questa giornata dichiara che quest’anno non lo farà, secondo lo studio appena citato che sottolinea la volontà di molti consumatori di evitare i punti vendita durante la pandemia. A fornire alcuni insight sulle intenzioni dei consumatori statunitensi per lo shopping natalizio nel 2020 è il report di Deloitte che rivela che il 51% di essi prova ansia nel pensare di acquistare nel negozio fisico. Tra quelli che hanno intenzione di acquistare online, poi, il 65% ammette che lo farà per poter evitare le folle. Fonte: Deloitte Anche le previsioni di Salesforce sembrano puntare in quella direzione: come si può leggere in un articolo pubblicato sul sito dell’azienda, «durante il periodo pre natalizio le vendite online a livello globale subiranno un’impennata del 30% rispetto al 2019, raggiungendo dunque un nuovo massimo storico di 940 miliardi di dollari a livello globale». Questo però non significa che il negozio tradizionale perderà la sua importanza: secondo i dati di Blogmeter, infatti, mentre l’81% degli intervistati effettuerà anche degli acquisti online, l’85% ha comunque intenzione di recarsi nei punti vendita di prossimità e il 76% pensa di volersi recare anche nei centri commerciali. Nonostante la preoccupazione riguardo la diffusione del virus, il negozio fisico rimane cruciale per molti consumatori: è possibile tuttavia che la pandemia porti molti consumatori a cambiare il proprio approccio, spingendoli a sfruttare sempre più differenti canali. È opportuno sottolineare che la ricerca appena citata è stata pubblicata intorno alla metà ottobre e non teneva dunque conto delle ulteriori restrizioni imposte dal governo italiano agli inizi di novembre. Infatti, il DPCM pubblicato il 3 novembre (comprese le successive ordinanze del Ministro della Salute del 4, 10 e 13 novembre) prevede che a ogni regione venga attribuito un colore (giallo, arancione e rosso) in base alla situazione di rischio e pericolo, prevedendo, in particolare per le zone rosse, la chiusura dei negozi a eccezione di quelli adibiti alla vendita di alimenti, beni di prima necessità o per la cura della persona. Si presume che se tali misure rimarranno in vigore esse incideranno sulle modalità di acquisto di tutti gli altri tipi di prodotti, i quali, almeno per i consumatori appartenenti alle regioni più a rischio, dovranno essere acquistati per forza online. Come prepararsi allo shopping natalizio nel 2020: alcuni aspetti da non trascurare Un primo aspetto da considerare, pensando all’aumento delle vendite online nel periodo natalizio, è sicuramente l’aumento esponenziale dei resi, come fatto notare da Salesforce, che prevede che a livello globale verranno restituiti 280 miliardi di dollari di acquisti online, ossia il 30% di tutti gli acquisti effettuati. Di conseguenza, come sottolinea l’azienda, è importante che i commercianti si impegnino attivamente per ridurre i tassi di restituzione, sfruttando per esempio degli strumenti come live chat e formando i dipendenti in modo che essi sappiano guidare gli acquirenti verso il prodotto, il modello o la taglia più adatta alle differenti esigenze e preferenze. Per la stessa ragione, risulta essenziale rendere le descrizioni dei prodotti in vendita sul sito chiare, dettagliate e accurate, aggiungendo per esempio dei video, delle foto e la guida alle taglie. Con l’avvicinarsi del periodo natalizio (così come di giornate come Black Friday e cyber monday ), è essenziale che i retailer siano pronti ad affrontare l’incremento di traffico, ottimizzando i propri siti in termini di velocità e di user experience . Come fa notare Blogmeter, potrebbe essere utile però investire anche su diversi punti di contatto, magari più creativi e meno tradizionali, per interagire e per coinvolgere i consumatori, sfruttando per esempio le dirette Facebook o l’IGTV di Instagram, ma anche la popolarità degli influencer per fare passaparola . Come sottolineato, però, (almeno per i commercianti che ad oggi si ritrovano in zone in cui è consentito mantenere i negozi aperti, in base all’ultimo DPCM) bisognerà concentrarsi anche sul negozio fisico, ricordando che l’esperienza di acquisto in-store inizia spesso molto prima che il cliente entri nel punto vendita. Sempre di più, infatti, i consumatori tendono a verificare la disponibilità del prodotto nel negozio più vicino prima di recarsi lì, un’abitudine che, come ricorda Google, è stata ulteriormente incentivata dalla pandemia. Effettivamente, secondo l’indagine di Ipsos su 400 consumatori italiani, il 54% ha dichiarato di farlo, un dato questo che ricorda l’importanza di tenere aggiornate non solo tutte le informazioni aziendali disponibili online relative agli orari di apertura, di chiusura e alle misure di sicurezza, ma anche quelle che riguardano l’inventario, con tutti i prodotti disponibili o meno online e in-store. I consumatori, comunque, saranno più propensi a scegliere delle alternative di shopping experience contactless: non a caso, secondo il report di Deloitte, rispetto all’anno scorso è più che raddoppiata la richiesta del servizio di ritiro in auto (definito in inglese curbside pickup), che permette agli utenti di acquistare online e di ritirare i prodotti di fronte al punto vendita senza scendere dalla propria automobile. Al di là di quest’opzione, però, è importante che i brand cerchino di proporre differenti opzioni di ritiro e di consegna (come il click and collect , per esempio) cercando così di ovviare al problema dei lunghi tempi di consegna per gli acquisti online. Fonte: Deloitte Proprio perché la sfida quest’anno sarà dura, spetta alle aziende regolarsi di conseguenza, mettendo in atto delle iniziative in grado di rispondere alle differenti esigenze, alle paure e alle nuove abitudini dei consumatori, nella “nuova normalità”, sempre nel rispetto delle normative imposte dai governi di ogni paese per fronteggiare questa crisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA E’ vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti


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