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Bitcoin: per l’81% dei gestori è una “bolla”, anche dopo l’ultimo crollo

Bitcoin: per l'81% dei gestori è una "bolla", anche dopo l'ultimo crollo

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Bitcoin: per l’81% dei gestori è una “bolla”, anche dopo l’ultimo crollo

Rispetto al picco registrato lo scorso 9 maggio il Bitcoin ha perso, ad oggi, oltre 33% del suo valore. Eppure, pochi fra i gestori di fondi globali, ritengono che questo crollo rappresenti un’occasione di acquisto.Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Bank of America, che ha raggiunto 224 fund manager con 667 miliardi di dollari in gestione, il Bitcoin rimane una bolla finanziaria per la stragrande maggioranza degli intervistati. Anzi, se nelle rilevazioni di maggio lo ne era convinto il 75%, ora la quota è salita all’81%.

In seguito al rinnovato avallo di investitori come Paul Tudor Jones, che ha definito il Bitcoin come un valido asset anti-inflazione, e alla possibile riapertura di Tesla sui pagamenti in criptovaluta, il Bitcoin si è ripreso dai minimi di giugno a 33mila dollari, riportandosi oltre quota 40mila lo scorso 15 giugno.
Secondo i gestori sondati da BofA, l’acquisto di Bitcoin rimane il secondo trade più popolare del mese, dietro alle posizioni lunghe sulle materie prime.
“Non c’è dubbio che le dinamiche di boom e bust [espansione e crollo, Ndr.] delle ultime settimane rappresentino una battuta d’arresto per l’adozione delle criptovalute da parte degli investitori istituzionali – e in particolare di Bitcoin ed Ethereum”, ha affermato lo strategist, Nikolaos Panigirtzoglou, “notiamo che il semplice aumento della volatilità, soprattutto relativa all’oro, è un impedimento a un’ulteriore adozione istituzionale in quanto riduce l’attrattiva dell’oro digitale rispetto all’oro tradizionale nei portafogli istituzionali”.Lo stesso Panigirtzoglou ha azzardato una valutazione “corretta” per il Bitcoin a medio termine, compresa fra i 24 e i 36mila dollari.
Bitcoin, in Cina stretta sui miner
Nel frattempo, la Cina ha deciso di mettere al bando tutte le attività di mining. Grazie ai prezzi vantaggiosi per la corrente elettrica, ingrediente necessario in grandi quantità per alimentare le macchine di calcolo, la Cina era stata fino ad ora la capitale del mining di Bitcoin.Si prevede che, per la stessa ragione, il Texas diventerà la nuova meta preferita dei miner. Grazie a fonti di approvvigionamento energetico nettamente più pulite rispetto a quelle della Cina, questo “trasloco” comporterà un miglioramento sotto il profilo dell’impatto ambientale del Bitcoin.


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